La visita è un colloquio che si fa da soli e dura circa 2 ore
Si fa da soli, non perché il paziente debba rivelare particolari segreti che non vuole sappia il coniuge o la sorella o la mamma o chi lo sta accompagnando, ma perché da soli, il colloquio che si ha durante la visita, cerca di arrivare più in profondità al paziente, in modo che questi abbia la possibilità di manifestare pienamente la propria personalità (che è poi quella che deve rispecchiare il rimedio unitario prescritto).
La visita dura due ore, ma a volte anche di più se è necessario, perché l’omeopata deve scavare nella vita della persona, nella personalità e nella sintomatologia per andare al nocciolo, cioè alla vera causa del problema di cui la malattia è spesso solo l’effetto finale, cioè è la manifestazione esterna di un problema più interno.
E’ un percorso guidato in cui il paziente si esprime con spontaneità ripercorrendo gli eventi della sua vita, del presente e del passato, le paure, le ansie, i torti subiti, le cose non dette ecc.
Il paziente descrive sia disturbi strettamente fisici che riguardanti la sfera emozionale (legame mente-corpo).
Si cerca poi di valutare le diverse reazioni dell’individuo agli eventi della vita quotidiana, alle condizioni climatiche; si indagheranno anche i gusti alimentari, se vi sono ingredienti od alimenti che creano disturbi ecc., il sonno, l’alvo ecc.
L’obiettivo finale deve essere sempre quello di ripristinare l’equilibrio originario di ogni persona, e quando una persona è in perfetto equilibrio, è il sistema immunitario di ciascuno che svolgerà egregiamente la sua funzione per la quale è stato creato, e lo farà guarire dalla malattia.